Il Curatore
CHI è IL CURATORE DELL’EREDITA’ GIACENTE
CHI è IL CURATORE DELL’EREDITA’ GIACENTE
Il curatore dell’eredità giacente è un soggetto nominato dal giudice del luogo di apertura della successione ai sensi dell’art. 528 c.c., quando il chiamato non abbia ancora accettato l’eredità e non sia nel possesso dei beni. Generalmente è scelto tra avvocati o commercialisti, ma in realtà può essere chiunque, poiché non esiste un albo professionale dei curatori: ciascun tribunale tiene soltanto elenchi interni da cui attingere per le nomine.
Egli riveste la duplice qualità di ausiliario del giudice e di pubblico ufficiale, agendo sotto la vigilanza del tribunale e rispondendo civilmente, penalmente e disciplinarmente della propria attività. Non è rappresentante né degli eredi, né dei chiamati, né dello Stato, né del de cuius, ma esercita un ufficio autonomo e imparziale, volto esclusivamente alla conservazione e amministrazione del patrimonio ereditario sino all’accettazione o alla devoluzione allo Stato.
Il curatore dell’eredità giacente è un soggetto nominato dal giudice del luogo di apertura della successione ai sensi dell’art. 528 c.c., quando il chiamato non abbia ancora accettato l’eredità e non sia nel possesso dei beni. Generalmente è scelto tra avvocati o commercialisti, ma in realtà può essere chiunque, poiché non esiste un albo professionale dei curatori: ciascun tribunale tiene soltanto elenchi interni da cui attingere per le nomine.
Egli riveste la duplice qualità di ausiliario del giudice e di pubblico ufficiale, agendo sotto la vigilanza del tribunale e rispondendo civilmente, penalmente e disciplinarmente della propria attività. Non è rappresentante né degli eredi, né dei chiamati, né dello Stato, né del de cuius, ma esercita un ufficio autonomo e imparziale, volto esclusivamente alla conservazione e amministrazione del patrimonio ereditario sino all’accettazione o alla devoluzione allo Stato.






COS’E’ LA CURATELA EREDITA’ GIACENTE
COS’E’ LA CURATELA EREDITA’ GIACENTE
La curatela di eredità giacente è un procedimento disciplinato dagli artt. 528 ss. c.c., che si apre quando nessuno dei chiamati all’eredità ha ancora accettato e nessuno si trova nel possesso dei beni ereditari. In tale situazione il patrimonio del de cuius rimane privo di titolare, ma necessita di tutela. Per questo il tribunale nomina un curatore, quale ausiliario e pubblico ufficiale, incaricato di custodire, conservare e amministrare l’asse ereditario sino all’accettazione o alla devoluzione allo Stato.
La curatela ha natura di patrimonio separato e vincolato alla conservazione, privo di soggettività giuridica propria, ma distinto rispetto a quello del curatore e dei chiamati. Non rappresenta né gli eredi, né lo Stato, né il defunto, ma costituisce un ufficio pubblico e temporaneo funzionale a garantire l’integrità del patrimonio e la soddisfazione dei creditori.
La curatela di eredità giacente è un procedimento disciplinato dagli artt. 528 ss. c.c., che si apre quando nessuno dei chiamati all’eredità ha ancora accettato e nessuno si trova nel possesso dei beni ereditari. In tale situazione il patrimonio del de cuius rimane privo di titolare, ma necessita di tutela. Per questo il tribunale nomina un curatore, quale ausiliario e pubblico ufficiale, incaricato di custodire, conservare e amministrare l’asse ereditario sino all’accettazione o alla devoluzione allo Stato.
La curatela ha natura di patrimonio separato e vincolato alla conservazione, privo di soggettività giuridica propria, ma distinto rispetto a quello del curatore e dei chiamati. Non rappresenta né gli eredi, né lo Stato, né il defunto, ma costituisce un ufficio pubblico e temporaneo funzionale a garantire l’integrità del patrimonio e la soddisfazione dei creditori.
COSA DEVE FARE IL CURATORE EREDITA’ GIACENTE
COSA DEVE FARE IL CURATORE EREDITA’ GIACENTE
Il curatore dell’eredità giacente, una volta nominato dal tribunale e prestato giuramento, assume il compito di garantire che il patrimonio del defunto non si disperda nell’attesa che gli eredi si manifestino o che intervenga la devoluzione allo Stato. La sua prima attività consiste nel redigere l’inventario dei beni ereditari, così da fotografare la consistenza dell’asse e predisporre la base per ogni successiva operazione.
Da quel momento egli deve prendersi cura dei beni ereditari, compiendo tutti gli atti necessari per la loro custodia e conservazione: pagare le spese urgenti, riscuotere i crediti, sostenere le spese condominiali, provvedere alle manutenzioni indispensabili. Si tratta di atti di ordinaria amministrazione, che il curatore può svolgere autonomamente. Quando invece occorre compiere operazioni più rilevanti – come vendere un immobile, liquidare partecipazioni sociali o alienare beni mobili registrati – il curatore deve sempre chiedere e ottenere l’autorizzazione del giudice, perché si tratta di atti di straordinaria amministrazione.
Sul piano gestionale, il curatore è tenuto ad aprire un conto corrente intestato alla curatela, su cui far confluire le somme riscosse e dal quale effettuare i pagamenti, mantenendo così una contabilità separata e trasparente. Deve occuparsi anche degli adempimenti fiscali, depositando la dichiarazione di successione, provvedendo al pagamento delle imposte ipotecarie e catastali, e curando eventuali obblighi tributari ancora pendenti.
Durante tutta la sua attività il curatore agisce sotto la vigilanza del giudice, al quale deve trasmettere relazioni periodiche per rendere conto della gestione. Quando la curatela giunge al termine, egli deposita un rendiconto finale e procede alla consegna dei beni agli eredi che abbiano accettato, oppure, in mancanza, allo Stato.
In sintesi, il curatore è chiamato a custodire, amministrare e, se necessario, liquidare l’eredità, agendo sempre come pubblico ufficiale, con imparzialità e nell’interesse della massa ereditaria, e non dei singoli chiamati.
Il curatore dell’eredità giacente, una volta nominato dal tribunale e prestato giuramento, assume il compito di garantire che il patrimonio del defunto non si disperda nell’attesa che gli eredi si manifestino o che intervenga la devoluzione allo Stato. La sua prima attività consiste nel redigere l’inventario dei beni ereditari, così da fotografare la consistenza dell’asse e predisporre la base per ogni successiva operazione.
Da quel momento egli deve prendersi cura dei beni ereditari, compiendo tutti gli atti necessari per la loro custodia e conservazione: pagare le spese urgenti, riscuotere i crediti, sostenere le spese condominiali, provvedere alle manutenzioni indispensabili. Si tratta di atti di ordinaria amministrazione, che il curatore può svolgere autonomamente. Quando invece occorre compiere operazioni più rilevanti – come vendere un immobile, liquidare partecipazioni sociali o alienare beni mobili registrati – il curatore deve sempre chiedere e ottenere l’autorizzazione del giudice, perché si tratta di atti di straordinaria amministrazione.
Sul piano gestionale, il curatore è tenuto ad aprire un conto corrente intestato alla curatela, su cui far confluire le somme riscosse e dal quale effettuare i pagamenti, mantenendo così una contabilità separata e trasparente. Deve occuparsi anche degli adempimenti fiscali, depositando la dichiarazione di successione, provvedendo al pagamento delle imposte ipotecarie e catastali, e curando eventuali obblighi tributari ancora pendenti.
Durante tutta la sua attività il curatore agisce sotto la vigilanza del giudice, al quale deve trasmettere relazioni periodiche per rendere conto della gestione. Quando la curatela giunge al termine, egli deposita un rendiconto finale e procede alla consegna dei beni agli eredi che abbiano accettato, oppure, in mancanza, allo Stato.
In sintesi, il curatore è chiamato a custodire, amministrare e, se necessario, liquidare l’eredità, agendo sempre come pubblico ufficiale, con imparzialità e nell’interesse della massa ereditaria, e non dei singoli chiamati.






QUANDO SI CHIUDE LA CURATELA EREDITA’ GIACENTE
QUANDO SI CHIUDE LA CURATELA EREDITA’ GIACENTE
La curatela dell’eredità giacente è una misura temporanea, destinata a durare solo fino a quando l’eredità rimane priva di un titolare. Si chiude, quindi, nel momento in cui viene meno la ragione stessa della sua esistenza. Ciò avviene innanzitutto quando uno dei chiamati accetta l’eredità, sia in forma espressa che tacita: con l’acquisto della qualità di erede, i beni entrano a far parte del suo patrimonio e non vi è più bisogno di una gestione separata.
La curatela può cessare anche quando il patrimonio ereditario si esaurisce, ossia quando, a seguito della liquidazione da parte del curatore, non restano beni da amministrare. Un’ulteriore ipotesi è quella della prescrizione del diritto di accettare l’eredità, che si verifica trascorsi dieci anni dall’apertura della successione senza che nessuno dei chiamati abbia accettato: in tal caso, l’eredità si consolida a favore dello Stato. Ancora, la procedura si chiude quando sia accertato con certezza che non esistono eredi legittimi o testamentari.
In tutti i casi, la chiusura avviene con un provvedimento del giudice, che approva il rendiconto finale presentato dal curatore e dispone la consegna dei beni rimasti agli eredi accettanti o, in mancanza, allo Stato. Solo a quel punto il curatore viene liberato dal suo incarico e liquidato per il compenso spettante.
La curatela dell’eredità giacente è una misura temporanea, destinata a durare solo fino a quando l’eredità rimane priva di un titolare. Si chiude, quindi, nel momento in cui viene meno la ragione stessa della sua esistenza. Ciò avviene innanzitutto quando uno dei chiamati accetta l’eredità, sia in forma espressa che tacita: con l’acquisto della qualità di erede, i beni entrano a far parte del suo patrimonio e non vi è più bisogno di una gestione separata.
La curatela può cessare anche quando il patrimonio ereditario si esaurisce, ossia quando, a seguito della liquidazione da parte del curatore, non restano beni da amministrare. Un’ulteriore ipotesi è quella della prescrizione del diritto di accettare l’eredità, che si verifica trascorsi dieci anni dall’apertura della successione senza che nessuno dei chiamati abbia accettato: in tal caso, l’eredità si consolida a favore dello Stato. Ancora, la procedura si chiude quando sia accertato con certezza che non esistono eredi legittimi o testamentari.
In tutti i casi, la chiusura avviene con un provvedimento del giudice, che approva il rendiconto finale presentato dal curatore e dispone la consegna dei beni rimasti agli eredi accettanti o, in mancanza, allo Stato. Solo a quel punto il curatore viene liberato dal suo incarico e liquidato per il compenso spettante.
COME SI DIVENTA CURATORI
iventare curatore dell’eredità giacente non significa accedere a un albo professionale, perché un albo non esiste: i tribunali mantengono solo degli elenchi interni da cui attingere per le nomine. Tuttavia, per poter essere scelti come curatori, non basta la disponibilità: è fondamentale acquisire una formazione specifica.
In primo luogo è consigliabile seguire corsi di formazione dedicati, organizzati da enti specializzati, che consentono di comprendere la disciplina giuridica e le prassi operative della curatela. È altrettanto importante studiare testi di riferimento, come il Manuale pratico per il curatore dell’eredità giacente, che fornisce un quadro completo degli adempimenti, degli strumenti e delle responsabilità che caratterizzano l’incarico.
Un altro passaggio decisivo è il confronto con chi già svolge questo ruolo: associazioni come l’ANCEGS (Associazione Nazionale Curatori di Eredità Giacenti e Successioni) rappresentano un luogo di scambio professionale prezioso, in cui condividere esperienze, modelli di atti e soluzioni pratiche ai problemi più ricorrenti.
In sintesi, si diventa curatori unendo formazione teorica, studio individuale e confronto con la prassi professionale. Solo così è possibile farsi trovare preparati quando il tribunale, verificata l’idoneità, decide di conferire l’incarico.

COME SI DIVENTA CURATORI
iventare curatore dell’eredità giacente non significa accedere a un albo professionale, perché un albo non esiste: i tribunali mantengono solo degli elenchi interni da cui attingere per le nomine. Tuttavia, per poter essere scelti come curatori, non basta la disponibilità: è fondamentale acquisire una formazione specifica.
In primo luogo è consigliabile seguire corsi di formazione dedicati, organizzati da enti specializzati, che consentono di comprendere la disciplina giuridica e le prassi operative della curatela. È altrettanto importante studiare testi di riferimento, come il Manuale pratico per il curatore dell’eredità giacente, che fornisce un quadro completo degli adempimenti, degli strumenti e delle responsabilità che caratterizzano l’incarico.
Un altro passaggio decisivo è il confronto con chi già svolge questo ruolo: associazioni come l’ANCEGS (Associazione Nazionale Curatori di Eredità Giacenti e Successioni) rappresentano un luogo di scambio professionale prezioso, in cui condividere esperienze, modelli di atti e soluzioni pratiche ai problemi più ricorrenti.
In sintesi, si diventa curatori unendo formazione teorica, studio individuale e confronto con la prassi professionale. Solo così è possibile farsi trovare preparati quando il tribunale, verificata l’idoneità, decide di conferire l’incarico.

COME SI DIVENTA CURATORI
iventare curatore dell’eredità giacente non significa accedere a un albo professionale, perché un albo non esiste: i tribunali mantengono solo degli elenchi interni da cui attingere per le nomine. Tuttavia, per poter essere scelti come curatori, non basta la disponibilità: è fondamentale acquisire una formazione specifica.
In primo luogo è consigliabile seguire corsi di formazione dedicati, organizzati da enti specializzati, che consentono di comprendere la disciplina giuridica e le prassi operative della curatela. È altrettanto importante studiare testi di riferimento, come il Manuale pratico per il curatore dell’eredità giacente, che fornisce un quadro completo degli adempimenti, degli strumenti e delle responsabilità che caratterizzano l’incarico.
Un altro passaggio decisivo è il confronto con chi già svolge questo ruolo: associazioni come l’ANCEGS (Associazione Nazionale Curatori di Eredità Giacenti e Successioni) rappresentano un luogo di scambio professionale prezioso, in cui condividere esperienze, modelli di atti e soluzioni pratiche ai problemi più ricorrenti.
In sintesi, si diventa curatori unendo formazione teorica, studio individuale e confronto con la prassi professionale. Solo così è possibile farsi trovare preparati quando il tribunale, verificata l’idoneità, decide di conferire l’incarico.




COME SI GESTISCE UN’EREDITA’ GIACENTE
COME SI GESTISCE UN’EREDITA’ GIACENTE
Non esistono prassi ufficiali, né linee guida che regolino in modo uniforme la gestione della curatela di eredità giacente. La dottrina si concentra soprattutto sugli aspetti teorici, mentre la giurisprudenza, peraltro scarna, affronta soltanto questioni pratiche circoscritte. Per questo motivo, ad oggi, la gestione concreta delle curatele si fonda essenzialmente sulla prassi operativa costruita con il Manuale pratico per il curatore dell’eredità giacente e trova un supporto innovativo in Giacendo, sua declinazione software, la prima piattaforma digitale interamente dedicata ai curatori.
Con Giacendo la curatela si gestisce in modo semplice e veloce: la piattaforma guida passo dopo passo nelle varie fasi della procedura, offre checklist e promemoria automatici, consente di monitorare più incarichi contemporaneamente e riduce il rischio di errori o ritardi. È quindi lo strumento indispensabile per affiancare la preparazione giuridica con un metodo operativo moderno, rendendo più efficiente un’attività complessa e delicata
Non esistono prassi ufficiali, né linee guida che regolino in modo uniforme la gestione della curatela di eredità giacente. La dottrina si concentra soprattutto sugli aspetti teorici, mentre la giurisprudenza, peraltro scarna, affronta soltanto questioni pratiche circoscritte. Per questo motivo, ad oggi, la gestione concreta delle curatele si fonda essenzialmente sulla prassi operativa costruita con il Manuale pratico per il curatore dell’eredità giacente e trova un supporto innovativo in Giacendo, sua declinazione software, la prima piattaforma digitale interamente dedicata ai curatori.
Con Giacendo la curatela si gestisce in modo semplice e veloce: la piattaforma guida passo dopo passo nelle varie fasi della procedura, offre checklist e promemoria automatici, consente di monitorare più incarichi contemporaneamente e riduce il rischio di errori o ritardi. È quindi lo strumento indispensabile per affiancare la preparazione giuridica con un metodo operativo moderno, rendendo più efficiente un’attività complessa e delicata
Team
Il team
Alessandro d'Arminio Monforte
Avvocato
Avvocato iscritto all'Ordine di Milano e Curatore di Eredità Giacente presso il Tribunale di Milano. Presidente e fondatore dell'Associazione Nazionale Curatori di Eredità Giacenti, cultore della materia all’Università degli Studi di Milano e docente per enti di formazione. Autore dei testi di riferimento in Italia in materia di eredità giacenti, è il primo avvocato in Italia specializzato in eredità digitale.

Team
Il team
Alessandro d'Arminio Monforte
Avvocato
Avvocato iscritto all'Ordine di Milano e Curatore di Eredità Giacente presso il Tribunale di Milano. Presidente e fondatore dell'Associazione Nazionale Curatori di Eredità Giacenti, cultore della materia all’Università degli Studi di Milano e docente per enti di formazione. Autore dei testi di riferimento in Italia in materia di eredità giacenti, è il primo avvocato in Italia specializzato in eredità digitale.

Team
Il team
Alessandro d'Arminio Monforte
Avvocato
Avvocato iscritto all'Ordine di Milano e Curatore di Eredità Giacente presso il Tribunale di Milano. Presidente e fondatore dell'Associazione Nazionale Curatori di Eredità Giacenti, cultore della materia all’Università degli Studi di Milano e docente per enti di formazione. Autore dei testi di riferimento in Italia in materia di eredità giacenti, è il primo avvocato in Italia specializzato in eredità digitale.

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